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7 Aprile 2022

UIF (BankItalia): segnalate operazioni sospette legate al Covid per oltre 13 miliardi

Nello scorso biennio 2020-2021 la UIF (Unità di Informazione finanziaria) ha analizzato e trasmesso agli organi investigativi 7.562 segnalazioni di operazioni sospette riferibili a contesti di rischio collegati al Covid-19, distribuite in 2.197 segnalazioni nel corso del 2020 e 5.365 nel 2021. Le operazioni segnalate riportabili al Covid-19 hanno raggiunto l’ammontare di 13,4 miliardi di euro (8 miliardi nel 2020 e 5,4 miliardi nel 2021). L’importo di quelle effettivamente eseguite ha sfiorato i 7 miliardi.

Fino a luglio 2020 vi è stato un rapido aumento delle segnalazioni, che “riportavano principalmente sospette truffe e illeciti nella fornitura di strumenti e dispositivi sanitari, sovente caratterizzati da importi rilevanti che hanno indotto gli operatori a non eseguire le operazioni prospettate. Sono state numerose, nel periodo, anche le operazioni anomale in contante, spesso però riconducibili all’incertezza sulla disponibilità di liquidità soprattutto nella prima fase del lockdown”, afferma la Uif in una newsletter.

Tra agosto 2020 e gennaio 2021 il numero di SOS riferibili agli effetti del Covid-19 si è stabilizzato. Le anomalie riscontrate in questa fase “sono state in molti casi collegate all’indebito ricorso ai benefici disciplinati dalla legislazione per fronteggiare la crisi indotta dalla pandemia. Si sono manifestate incoerenze tra spese dichiarate e attività dell’impresa coinvolta e, in generale, eccessivi importi movimentati rispetto all’ordinaria gestione d’impresa”, osserva la Uif. I successivi aumenti, tra febbraio e settembre 2021, sono principalmente ascrivibili ad abusi di finanziamenti pubblici, ottenuti per effetto degli interventi di sostegno, realizzati mediante distrazione di fondi o giri su conti correnti personali rispetto a quelli beneficiari delle erogazioni.

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, infine, sono aumentate le segnalazioni originate da illeciti utilizzi delle detrazioni fiscali riconosciute dalla legislazione di urgenza, fenomeno che risulta particolarmente rilevante anche per gli elevati importi coinvolti.

Il 95% delle segnalazioni collegate al contesto pandemico è riconducibile a segnalanti del comparto banche (comprensivo delle Poste); seguono gli intermediari finanziari non bancari (3,5% delle segnalazioni della specie), gli uffici della Pubblica amministrazione (0,8%), i professionisti (0,6%) e gli altri operatori non finanziari (0,1%). Sotto il profilo geografico, le operazioni sospette riferite a casistiche Covid-19 toccano tutte le regioni del Paese. Il Lazio, dove si trovano molte amministrazioni deputate all’intervento pubblico di contrasto sanitario ed economico al Covid-19 è la regione più interessata con oltre un quarto delle segnalazioni; seguono Lombardia (12,5%), Campania (9,0%) ed Emilia-Romagna (8,9%).