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28 Gennaio 2019

Silicon Valley is coming

Jamie Dimon, numero uno di JP Morgan, lo aveva già scritto ai suoi azionisti nel lontano 2015: “Silicon Valley is coming”, riferendosi a quel proliferare di start up tecnologiche focalizzate sui servizi finanziari. Sono passati più di tre anni, e la Silicon Valley sembra finalmente arrivata.

Amazon, Facebook e Google sono entrate a passo di carica nel mondo dei pagamenti digitali, chiedendo licenze per svariate attività finanziarie tra cui trasferimenti monetari e pagamenti elettronici.

Proprio di recente Google ha ottenuto la licenza di moneta elettronica in Lituania. Tale licenza gli consente di utilizzare lo smartphone per pagamenti online e amministrare portafogli elettronici. Un percorso analogo a quello compiuto recentemente da Facebook, che da poco può operare come banca in Irlanda; e anche da Amazon, che ha ottenuto la licenza tempo fa in Lussemburgo.

Il tutto è frutto dell’incontrollabile espansione dell’universo fintech, in cui i grandi istituti bancari si trovano a confrontarsi, non solo con soggetti come Stripe e Paypal, impegnati sempre più nella così detta disintermediazione dei pagamenti online, ma ora anche con i big dell’hi-tech.

La normativa europea, la Psd2, consente infatti ad aziende ecommerce, come Amazon, e social media come Facebook, di diventare Pisp (sigla che sta per Payment initiation service provider). In parole povere sarà possibile per aziende come Facebook e Google accedere in modo sicuro al conto corrente dei propri utenti per effettuare pagamenti attraverso sistemi elettronici, come app o smartphone.

La sfida è lanciata, e nessuno ancora sa con esattezza quali saranno le conseguenze di questa intromissioni nel mondo bancario.

In attesa che sopraggiunga questo cambiamento una ricerca di Accenture mostra il grande interesse da parte del consumatore italiano verso la possibilità di affidarsi ai colossi web per servizi appannaggio del sistema bancario tradizionale. Circa un terzo dei quasi 33 mila interpellati nella ricerca Accenture sarebbe infatti interessato a spostare il proprio conto bancario su Facebook, Google o Amazon qualora venisse loro offerta questa possibilità. In Italia il dato sale al 42% e raggiunge il 51% tra i più giovani.

Ma le vecchie banche non resteranno ferme a guardare i propri carnefici occupare il loro mercato. Da anni infatti le società bancarie stanno investendo nello sviluppo di servizi per dispositivi mobile, con il valore aggiunto di essere anche presenti sul territorio con i proprio dipendenti.