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24 Ottobre 2019

Zuckerberg frena su Libra

Mark Zuckerberg ha dovuto testimoniare davanti alla Commissione Servizi Finanziari della Camera, al termine di settimane difficili per il re dei social network e di Internet, abbandonato da partner nel progetto di cripto-valuta e sempre nel mirino di indagini antitrust e di polemiche sulla mancanza di controllo e responsabilità sui contenuti che diffonde.

A rendere la strada ancora più in salita per la criptovaluta che Facebook ha annunciato di voler lanciare nel 2020 sono state sicuramente le ultime fuoriuscite: Visa, PayPal e eBay sono alcune delle tante aziende (le 28 annunciate sarebbero dovute diventare una settantina) che si sono chiamate fuori.

Le audizioni erano formalmente dedicate a Libra e il disegno di cripto-currency è stato inizialmente al centro del dibattito e dei j'accuse. «Esaminando i vari problemi di Facebook - ha dichiarato fin da subito Maxine Waters, presidente democratica della Commissione - ho concluso che sarebbe vantaggioso per l'azienda concentrarsi sulle molte carenze e fallimenti esistenti prima di procedere oltre nel progetto di Libra». Alcuni esponenti repubblicani hanno usato toni meno duri, sottolineando la necessità di stimolare l'innovazione; ma a loro volta hanno citato “perplessita'” quando si tratta della valuta digitale.
«Non ho idea se funzionerà», ha ammesso Zuckerberg nella riposta agli affondi dei parlamentari su Libra. Ha ribadito che l'obiettivo è quello di offrire servizi finanziari a un miliardo di consumatori al mondo. Ha però precisato che il lancio non avverra' senza un'approvazione delle autorità americane di regolamentazione, dalle quali, come è il caso anche in Europa, sono ad oggi arrivati segnali soprattutto di preoccupazione, da pericoli di fenomeni di riciclaggio a spettri di alimentare instabilità economico-finanziarie.

La cavalcata di Zuckerberg verso il mondo delle criptovalute sembra dovrà quindi aspettare, i dubbi da parte delle banche centrali e solleva dubbi anche nei palazzi della politica, potrebbero ergere un muro invalicalibile persino per il re dei social.