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28 Agosto 2019

Saranno smartwatch, fit tracker e anelli a rilanciare i pagamenti digitali in Italia

Smartwatch, fit tracker e simili: sembra che indossare la tecnologia piaccia molto alle persone,  stando ai dati che a livello mondiale il mercato dei wearable è passato dai circa 16 miliardi di dollari del 2016 agli oltre 26 miliardi del 2018. E, stando alle proiezioni, nel 2022 potrebbe spingersi fino a 73 miliardi di dollari. Una cifra che lascia pensare che i dispositivi indossabili potrebbero anche erodere un po’ di spazio agli smartphone in molte applicazioni nella vita di tutti i giorni.

Già da un po’ di tempo per esempio anche in Italia gli smartwatch vengono utilizzati anche per pagare. Inoltre sempre più oggetti "normali" ormali dotati di appositi chip per abilitare i pagamenti.

Anche se per ora i pagamenti via mobile in Italia procedono con cautela (15,6 milioni contro i 4 miliardi di pagamenti con carta), qualcosa lascia pensare che proprio gli indossabili potrebbero spingere i consumatori ad abbracciare i pagamenti digitali, visti ancora da molti con diffidenza. In fondo un orologio, un braccialetto, un anello li abbiamo sempre con noi.

L’Italia è attualmente il quinto mercato europeo per tecnologia indossabile, ma le previsioni dicono che entro il 2022 sarà il terzo. Le vendite di "indossabili" nel nostro Paese nel 2017 sono cresciute del 108% raggiungendo i 207 milioni di euro di valore, un trend confermato anche per il 2018.

Una ricerca Forrester conferma che la funzionalità di pagamento è tra quelle che maggiormente spingerebbero un utente ad acquistare uno smartwatch. In Italia i pagamenti digitali rappresentano il 26% dei consumi delle famiglie italiane, ma stanno crescendo a un ritmo medio dell’11% annuo, e gli indossabili potrebbero concorrere ad un ulteriore aumento.