Purtroppo anche nel mondo della criminalità la tecnologia ha consentito passi da gigante, ma soprattutto ha dato il via ad un nuovo tipo di reati, furti, che a differenza delle rapine tradizionali, vengono scoperti anche diversi mesi dopo che sono accaduti. Le rapine digitali aumentano vertiginosamente in Italia, è dello scorso anno la notizia di un furto da 500.000 euro ai danni di un manager di Confindustria, è bastata un’email falsa e tanta furbizia, questo tipo di crimini informatici viene chiamato “spear phishing” o “phishing personalizzato”. La truffa spesso consiste nell’invio di un’email contenente informazioni specifiche e generalmente corredata di firma (falsa) per esempio del CEO dell’azienda, il dipendente del reparto contabilità, ignaro, non può che rispondere alla richiesta di bonifico da parte del suo superiore e dopo aver fatto partire il versamento di denaro il gioco è fatto, come si fa in fondo a dubitare del proprio capo? I furti di identità sono una problematica sempre più presente, anche in Italia si sta cercando di fare qualcosa per gestire al meglio i processi di autenticazione e per garantire ad esempio l’identità del mittente di una email. Ne è una prova lo SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale creato principalmente per gestire le identità digitali nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, oppure una delle eccellenze italiane ovvero la PEC Posta Elettronica Certificata utilizzata solo nel nostro paese, in Svizzera e ad Hong Kong, sistema senz’altro innovativo, che però non è ancora ritenuto conforme agli standard della UE.