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3 Ottobre 2018

Phishing personalizzato e pagamenti digitali, quando la truffa si evolve

Purtroppo anche nel mondo della criminalità la tecnologia ha consentito passi da gigante, ma soprattutto ha dato il via ad un nuovo tipo di reati, furti, che a differenza delle rapine tradizionali, vengono scoperti anche diversi mesi dopo che sono accaduti. Le rapine digitali aumentano vertiginosamente in Italia, è dello scorso anno la notizia di un furto da 500.000 euro ai danni di un manager di Confindustria, è bastata un’email falsa e tanta furbizia, questo tipo di crimini informatici viene chiamato “spear phishing” o “phishing personalizzato”. La truffa spesso consiste nell’invio di un’email contenente informazioni specifiche e generalmente corredata di firma (falsa) per esempio del CEO dell’azienda, il dipendente del reparto contabilità, ignaro, non può che rispondere alla richiesta di bonifico da parte del suo superiore e dopo aver fatto partire il versamento di denaro il gioco è fatto, come si fa in fondo a dubitare del proprio capo? I furti di identità sono una problematica sempre più presente, anche in Italia si sta cercando di fare qualcosa per gestire al meglio i processi di autenticazione e per garantire ad esempio l’identità del mittente di una email. Ne è una prova lo SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale creato principalmente per gestire le identità digitali nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, oppure una delle eccellenze italiane ovvero la PEC Posta Elettronica Certificata utilizzata solo nel nostro paese, in Svizzera e ad Hong Kong, sistema senz’altro innovativo, che però non è ancora ritenuto conforme agli standard della UE.