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1 Febbraio 2019

L’Europa sempre più vicina a un mercato unico digitale.

In un'Europa sconvolta dai populismi, in cui muri e barriere sono tornati a essere eretti sembra esservi una buona notizia, l’abbattimento del Geoblocking.

Di cosa si tratta?

Il geoblocking era una regolamentazione che imponeva delle restrizioni agli acquisti via internet che scattavano se non si risiedeva nello Stato del venditore o se si utilizzava una carta di un altro Paese. Dico era perché queste limitazioni, queste barriere, sono state ufficialmente abbattute il 3 dicembre scorso, traghettando l’Europa verso un mercato unico digitale.

Si tratta di un'innovazione che, come portata, è paragonabile alla fine del roaming dello scorso giugno, che consente di telefonare in un altro Paese Ue senza essere vessati da tariffe proibitive.

L’abolizione del geoblocking ha tempestivamente portato un’impennata al mercato dell’e-commerce europeo; un mercato che ha chiuso il 2018 con un rialzo del 17% rispetto all’anno precedente.

D’altro canto che il mercato dei pagamenti digitali abbia avuto un vistoso incremento negli ultimi mesi si è notato anche in Italia. Secondo le stime dell’Osservatorio mobile payment & commerce del Politecnico di Milano, le modalità più innovative di pagamento digitale potrebbero arrivare a valere 100 miliardi entro il 2020.

Merito forse del piccolo fedele smartphone, molto apprezzato dagli italiani, il 47% infatti lo preferisce per i propri acquisti quotidiani, superando la media dei cittadini europei stimata attorno al 33%, ma anche sicuramente la sempre maggior sicurezza con cui vengono compiute oggigiorno transazioni online.

In questo periodo di grandi scosse sociali che stanno sballottando il Vecchio Continente, in cui persino l’euro sembra non essere più una certezza, un mercato digitale senza barriere potrebbe ricucire gli strappi.