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29 Marzo 2019

L’avanzata del mobile Pos

“Si può pagare con bancomat?”. Ammettiamolo, è una domanda che spesso ancora poniamo quando entriamo in un bar, in un ristorante e dentro un taxi. Un abitudine consolidata nel tempo, segno di una metamorfosi ancora in corso ma non del tutto conclusa. La verità però è che non sempre questa domanda viene posta solo per banale formalità ma perché, in cuor nostro, sappiamo che la risposta potrebbe essere negativa. Infatti, sebbene la legge di stabilità del 2016 ha introdotto in Italia l’obbligo di dotarsene, questo non è ancora avvenuto ovunque.

Le obiezioni vanno dal costo degli apparecchi all’impossibilità di usarli in mobilità, fino al costo delle commissioni, che secondo alcuni esercenti sarebbe così alto da scoraggiare l’uso dei pagamenti digitali. Ma è davvero così?

I New Digital Payment continuano a crescere ad un ritmo elevato (+56%) e arrivano a rappresentare un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta per un totale di 80 miliardi. I Mobile Proximity Payment, in particolare, hanno avuto una crescita molto importante (+650%), con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate in negozio con lo smartphone, per un equivalente di 530 milioni di euro, indicano gli ultimi dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.

Questo ha portato negli ultimi mesi banche e startup fintech a introdurre sul mercato nuovi dispositivi pos mobili dal costo contenuto, in grado di accettare tutti i tipi di pagamento, compresi Apple Pay e simili. E per funzionare, basta collegarli allo smartphone.

I terminali collegati allo smartphone dell’esercente sono riusciti a ritagliarsi negli ultimi anni una fetta di mercato italiano piccola ma molto importante, perché composta prevalentemente da esercenti non ancora dotati di terminali per l’accettazione di pagamenti con carta, superando magistralmente le resistenze sulle commissioni.