Italia ancora in ritardo, nel confronto internazionale, sull’utilizzo della rete e, quindi, nell’accesso ai servizi ICT (Information Communication Technology). Nel 2019 internet è utilizzato regolarmente dal 74% degli individui tra i 16 e i 74 anni, con un aumento di 5 punti percentuali negli ultimi tre anni. Nei 28 paesi Ue, invece, tra il 2017 e il 2019 gli utenti sono saliti dall’81% all’85%. Il ritardo dell’Italia è confermato anche dalla quota di non utenti pari al 20% contro l’11% della media europea e dalla percentuale degli utenti di 16-74 anni residenti con competenze digitali elevate che si attesta nel nostro paese al 22% contro il 33% della media Ue28. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel “Rapporto annuale 2020”.
Dall’analisi a livello famigliare – basata sull’Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” - sul ricorso ai servizi online durante l’emergenza COVID-19, emerge che le famiglie che si sono trovate completamente sprovviste di internauti sono 6 milioni 175 mila (il 24,2% del totale). Le famiglie più svantaggiate - spiega l’Istat - sono quelle costituite da soli anziani e quelle con un basso titolo di studio (titolo più elevato all’interno del nucleo è la licenza media). Forti anche le differenze legate al territorio: la percentuale di famiglie in cui nessun componente usa internet tocca quasi il 30% al Sud e nei comuni fino a 2.000 abitanti.
Tra le famiglie in cui in cui è presente almeno un componente che si è connesso negli ultimi 3 mesi (quasi il 74%) sono molte (85,7%) quelle in cui ciò avviene quotidianamente. L’Istat evidenzia però che solo nella metà di esse ciò è avvenuto ad opera di tutti i componenti del nucleo. L’accesso è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per un utilizzo efficace dell’ICT ed emerge un quadro meno positivo quando si considerano anche i livelli di abilità d’uso. Sono, infatti, meno del 40% le famiglie in cui è presente almeno un internauta con competenze digitali elevate e il 12,8% quelle in cui tutti i componenti hanno queste stesse capacità d’uso. Il 25,2% delle famiglie ha competenze digitali di base, mentre sono il 33% le famiglie con almeno un componente con competenze basse.