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30 Aprile 2020

Digitalizzazione e consapevolezza finanziaria, il contante ancora il più usato

I mercati digitalizzati offrono maggiori opportunità di utilizzo di sistemi volti a facilitare transazioni e pagamenti. Questa facilità nell’effettuare operazioni finanziarie si deve confrontare però con il grado di competenze informatiche e con il basso livello di alfabetizzazione economico-finanziaria degli italiani. E’ quanto si analizza nella ricerca “Digitalizzazione e consapevolezza finanziaria”, realizzata da Il Museo del Risparmio di Torino, in collaborazione con Episteme e con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Una ricerca che valuta l’impatto della diffusione degli strumenti e dei servizi digitali sulla consapevole gestione del denaro da parte degli italiani.

Nello studio si mettono a confronto diverse fonti tra cui il recente rapporto Ocse, Skills Outlook 2019 - Thriving in a digital world, che posiziona l’Italia nel gruppo con il ritardo digitale più consistente, insieme a Cile, Grecia, Lituania, Slovacchia e Turchia, Paesi che vengono definiti come impreparati ad affrontare le sfide della digitalizzazione. Diverse ricerche mostrano anche che le competenze finanziarie degli italiani sono nettamente più modeste di quelle dei cittadini di molti altri Paesi. In Italia, la bassa alfabetizzazione finanziaria è trasversale alle classi sociali e alle generazioni ed emerge un forte divario di genere con le donne in posizione di maggiore difficoltà.

Anche se i pagamenti con carta crescono rapidamente il contante resta ancora il mezzo di pagamento più apprezzato in Italia. Dallo studio il contante viene definito "per tutti" e "semplice" rispettivamente dal 53,9% e dal 45,4% degli intervistati e il più usato, mentre la carta di credito e il bancomat rimangono ancora meno usati dagli italiani rispetto ad altri Paesi europei (Danimarca, Svezia, Regno Unito su tutti). Questo studio conferma che “l'approccio ai nuovi strumenti di pagamento digitali risente della capacità di usare la tecnologia: all'aumentare delle competenze digitali corrisponde una maggiore consapevolezza sugli smart payment non solo in termini di aspettative positive, ma anche in termini di attenzione ai possibili pericoli insiti nelle nuove possibilità”. A livello generale le opinioni degli italiani verso il futuro dei pagamenti “si distribuiscono tra atteggiamenti di apertura al nuovo e di cautela”. Ad esempio, - si legge nella ricerca - la richiesta di semplificazione dei passaggi per effettuare operazioni digitali dovrebbe essere contro-bilanciata da meccanismi di sicurezza (per il 50,7% degli intervistati) mentre le nuove app vengono apprezzate soprattutto quando si occupano di rispondere a bisogni quotidiani legati alla gestione delle spese (per il 72,5%) più che quando mettono in campo l’intelligenza artificiale per indirizzare le nostre decisioni di investimento (per il 53,5%).

Se si guarda nel dettaglio alla frequenza di uso dei diversi mezzi di pagamento, si trova quindi al primo posto il contante, con il 71,6% della popolazione che dichiara di usarlo molto spesso o sempre. In particolare sono leggermente più le donne a usarlo. Al secondo posto si colloca il bancomat, con il 58,2% di user abituali, mezzo usato pressoché ugualmente dai due generi (58,9% uomini e 57,5% donne). Al terzo posto la carta di credito, con il 34,3% di user, che tuttavia risultano essere soprattutto uomini (40,1% e il 28,7% di donne). Nella ricerca si mette comunque in evidenza che un intervistato su cinque dichiara già di usare frequentemente i pagamenti tramite smartphone (20,7%), con una percentuale che arriva al 35% se si considera il segmento dei giovani uomini 25-34enni. Gli stessi dati letti incrociati per le segmentazioni Studio, Stile di vita e Competenze digitali evidenziano - si sottolinea - un maggiore uso di contanti per i segmenti meno istruiti, meno ricchi e meno competenti, mentre chi ha un alto titolo di studio, uno stile di vita alto e molto competenze digitali usa maggiormente la carta di credito, con percentuali più che doppie.