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23 Novembre 2021

DESI 2021, l'Italia è un po' più digitale ma deve fare ancora tanto

L’Italia fa progressi per diventare più digitale e competitiva ma deve fare ancora molto di più rispetto alla media UE perché ancora registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi. La percentuale di utenti online italiani che, ad esempio, utilizzano servizi di amministrazione online (e- government) è aumentata dal 30% nel 2019 al 36% nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media Ue. Per quanto riguarda il capitale umano, l'Italia si colloca al 25esimo posto su 27 paesi dell'UE. Solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede perlomeno competenze digitali di base (56% nell'UE) e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31% nell'UE).

Sono alcuni dei dati che emergono nell’edizione 2021 dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) che vede l'Italia collocarsi al 20esimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE rispetto alla 25esima posizione dell’anno precedente.

L’Italia si colloca invece al decimo posto nell'UE per quanto riguarda l'integrazione delle tecnologie digitali. La maggior parte delle PMI italiane ha un livello di intensità digitale almeno di base (69%, ben al di sopra della media UE del 60 %). Le imprese italiane fanno registrare ottimi risultati nell'uso della fatturazione elettronica: il 95% di esse la utilizza, un dato quasi tre volte superiore alla media UE. Dal 2018 al 2020 la percentuale di imprese che utilizzano servizi cloud è aumentata notevolmente, raggiungendo  38 % (rispetto al 15 % del 2018). L'uso dei big data è invece basso (sono utilizzati dal 9% delle imprese italiane rispetto a una media UE del 14%), come pure l'uso di tecnologie basate sull'intelligenza artificiale (18% delle imprese italiane, mentre la media UE è del 25%).

L'Italia si colloca al 18esimo posto nell'UE per quanto riguarda i servizi pubblici digitali. Nonostante i miglioramenti registrati, l'uso dei servizi pubblici digitali rimane relativamente basso. La percentuale di utenti online italiani che ricorre a servizi di e-government è passata dal 30% nel 2019 al 36 % nel 2020. Pur trattandosi di un notevole aumento rimane ben al di sotto della media Ue del 64%.

Nel 2020 e nel 2021 - si legge nel documento di Bruxelles - si è registrata una forte accelerazione nell'adozione di importanti piattaforme abilitanti per i servizi pubblici digitali da parte delle pubbliche amministrazioni. Si prevede che le nuove riforme del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza daranno un ulteriore impulso alla digitalizzazione dei servizi e alla modernizzazione della pubblica amministrazione in tutto il paese. In conclusione, “l'Italia deve far fronte a notevoli carenze nelle competenze digitali di base e avanzate, che - si legge nel documento - rischiano di tradursi nell'esclusione digitale di una parte significativa della popolazione e di limitare la capacità di innovazione delle imprese. La Strategia Nazionale per le Competenze Digitali rappresenta un risultato importante e un'opportunità per colmare questo divario. È fondamentale porre maggiormente l'accento sul capitale umano e proseguire gli sforzi in materia di istruzione, riqualificazione e miglioramento delle competenze e formazione sul posto di lavoro in settori ad alta intensità tecnologica”.