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30 Gennaio 2019

Contante & Digitale

563mila: è questo il numero delle banconote in euro false che sono state ritirate dalla circolazione nel corso del 2018.

A rilevarlo è la Banca d’Italia che proprio in questi giorni ha comunicato i dati riferiti al secondo semestre dello scorso anno, durante il quale le banconote contraffatte intercettate sono state 262mila, in diminuzione del 13% rispetto alla prima metà del 2018.

Certamente quelli degli euro falsi sono numeri importanti, tuttavia, se considerati in rapporto al numero delle banconote in circolazione (circa 22 miliardi di banconote per un valore totale di circa 1,2 mila miliardi di euro), il fenomeno, seppur grave, si ridimensiona notevolmente.

Come fa notare infatti la Banca Centrale “le probabilità di ricevere una banconota falsa sono veramente molto scarse”.

Questi dati tuttavia vanno ad aprire un importante dibattito, spesso ignorato dall’opinione pubblica: il costo dell’utilizzo del contante.

Secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano l’utilizzo del contante costa al sistema Italia quasi 10 miliardi l’anno. Non solo: la perdita più rilevante che deriva dall’utilizzo del denaro contante è dovuta all’evasione fiscale, che viene stimata intorno ai 24 miliardi l’anno.

Torna qui a inasprirsi l’abituale confronto tra il desueto contante e le avvenieristiche app di pagamenti digitali, e quali siano i pro e i contro di abbracciare un sistema di pagamento piuttosto che un altro.

Tuttavia le cose sono spesso più complicate di come appaiono. Sebbene infatti i nuovi strumenti di pagamento elettronici siano un’arma preziosa contro l’evasione fiscale, l’Italia continua a rimanere un Paese con una forte liquidità, in cui il peso del contante, ramificato all’interno degli usi dei consumatori, continuerà a farsi sentire.

Preso atto di questa certezza, diventa sbagliato semplificare il tutto a una mera competizione tra le due forme di pagamento, digitale da una parte e contante dall’altra. Bisognerebbe al contrario cominciare a ragionare su un discorso di coesistenza di questi due modelli, trovando soluzioni che portino il loro impatto a essere il minor dannoso possibile all’interno della società.

I contanti infatti non spariranno dalla tasche dei consumatori tanto presto, ma continueranno a convivere con i nuovi strumenti di pagamento digitale che in Italia, soprattutto negli ultimi anni, si stanno allineando alle percentuali di utilizzo degli altri Paesi Europei, dando un forte segnale di svecchiamento e di lotta all’evasione fiscale.