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15 Maggio 2019

Banche e pagamenti digitali

Diminuire le attesa, ridurre le scartoffie, eliminare le infinite file agli sportelli. In poche parole riconquistare il nostro tempo, l’unica ricchezza che vale più dello stesso denaro. Su questo fronte sembra che i pagamenti digitali possano aiutare il consumatore avido di tempo libero. Dal 2020 riconquistare questo tesoro sarà possibile, in quanto all’interno di diverse istituzioni bancarie, le operazioni retail diventeranno paperless, cioè in formato digitale.

Lo scopo di questa rivoluzione è semplificare i processi, abbreviare i tempi della burocrazia, il che porterà benefici, non solo al cliente, ma anche alla banca stessa. Questo permetterà di poter dedicare più tempo al cliente, aiutandolo e assistendolo al meglio in ogni operazione. Insomma puntare sulle costumer experience del consumatore.

In Germania ad esempio ci volevano 80 minuti per aprire un conto, mentre ora sarà possibile farlo in 14 minuti. Un modello interessante che arriva proprio dalla capitale tedesca è N26, la prima startup ad aver ottenuto una licenza per operare come banca in tutta Europa dalla Federal Financial Supervisory Authority (BaFin) e la European Central Bank.

Un importante contributo in questo senso sarà portato da Unicredit, che dopo aver detto addio a Facebook e Instagram, ha promosso un’importante iniziativa di digitalizzazione per primo in Turchia, dove tutte le operazione retails si fanno al cento per cento paperless, senza carta.

Su questa stessa strada anche altre istituzioni bancarie sono pronte a investire, in modo da rendere più semplice a livello europeo creare un sistema bancario di investimenti integrato, senza barriere tra Stati, come succede nell’area dollaro americana.  Solo così infatti il vecchio Continente avrà la capacità di attirare capitali, sempre più necessari per alimentare la crescita delle imprese, soprattutto per il tessuto delle piccole e medio aziende, che generano il 70% dei posti di lavoro in Europa.