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27 Settembre 2018

Addio stipendi in contanti

A partire dal 1° luglio, i datori di lavoro saranno obbligati a pagare le mensilità dei propri dipendenti per mezzo di versamenti bancari rintracciabili.

È questo il risultato delle regolamentazioni derivanti dall’ultima legge di Bilancio, poche le eccezioni, solo lavoratori domestici e stagisti (ovvero con contratto di tirocinio formativo) potranno continuare ad essere remunerati con denaro fisico. La ragione di questo provvedimento, fortemente voluto dall’Onorevole Titti Di Salvo e già proposto anni fa da quest’ultima, è la difesa dei diritti dei lavoratori che spesso sono vittima di vili ricatti da parte dei datori e, naturalmente, la lotta all’evasione fiscale. Ad esempio, non è una novità sentire parlare di superiori che, sotto minaccia di licenziamento (o di non assunzione), chiedono la restituzione di una parte della remunerazione lavorativa. Sfortunatamente questo tipo di abuso accade più spesso di quanto si pensi e coinvolge lavoratori dipendenti di età, sesso e professioni diverse che subiscono in silenzio questa truffa ai propri danni senza una vera e propria tutela da parte di sindacati e Stato. Un’altra problematica è la falsificazione delle buste paga, per esempio far figurare le ore lavorative come trasferte o gli straordinari come rimborso spese. Da inizio luglio inoltre, la firma della busta paga non vale più come prova del pagamento dello stipendio. La decisione del Governo prevede che i compensi siano pagati tramite bonifico bancario, postale o assegno provenienti dal conto corrente di tesoreria che ogni titolare/datore dovrà avere. Le sanzioni per chi non rispetta la norma andranno dai 1.000 ai 5.000 euro. Firmare una busta paga con un dato importo e riceverne uno inferiore è illegale anche per il lavoratore: questa tanto attesa legge nasce perciò con lo scopo di promuovere la conoscenza dei propri diritti lavorativi indipendentemente dalla posizione che si ricopre o dall’importo del salario.