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Comunicati Stampa

24 Ottobre 2018

Digital divide e ostacoli all’open banking mettono a rischio la nuova Direttiva sui pagamenti digitali. Per C4DiP necessario garantire i consumatori

“La rapida attuazione della nuova Direttiva sui pagamenti elettronici PSD2 è sempre più urgente per un Paese in cui solo il 17% degli italiani ha utilizzato il cellulare o internet per disporre i pagamenti o fare acquisti contro il 45% della media Europea” - questo il commento di Francesco Luongo Presidente di C4DiP - Consumers for Digital Payments, in collaborazione con Assoconsum e UDICON, commentando il nuovo rapporto della Consob sule scelte di investimento delle famiglie italiane.

“La Direttiva è entrata in vigore in Italia il 13 gennaio 2018 e permette ai consumatori nuove modalità di pagamento ampliando anche di nuovi soggetti diversi dalle banche cosiddetti Third Party Player (TPP) come PayPal, che avranno accesso ai conti con l’autorizzazione dei titolari. I pagamenti digitali stanno vivendo una fase di grande evoluzione, consentendo al Consumatore di accedere in tempo reale a servizi come programmi fedeltà, sconti, gift card e persino ai buoni pasto elettronici usati da milioni di lavoratori dipendenti - prosegue Luongo – tutto questo grazie alla sempre maggiore diffusione dei cosiddetti Smart POS che possono interagire con gli smartphone”.

“Solo il pieno accesso ai conti correnti ai nuovi soggetti del Fintech da parte delle banche, con tutte le doverose garanzie di professionalità, può accelerare la positiva evoluzione del mercato dei pagamenti digitali con una concorrenza in grado di fornire nuove possibilità di ai clienti. Senza un effettivo Open Banking con la definizione di un modello di gestione dati standardizzato ed affidabile la Payment Service Directive sarà compromessa nei suoi aspetti più innovativi - conclude Luongo - con C4DiP guardiamo con attenzione agli sviluppi delle iniziative europee come la nascita della PRETA’s pan-European PSD2 access directory, iniziativa che vede 40 aderenti tra istituti finanziari e fornitori di servizi tra cui Unicredit e Intesa San Paolo”.

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